Anno d’apparizione: 2018
Superficie: 468 km2 | Popolazione: 69200 |
Religione | Percentuali |
---|---|
Cristiani | 90.80 % |
Musulmani | 1.40 % |
Agnostici | 6.40 % |
Altri | 1.40 % |
Andorra è una democrazia parlamentare, con due principi come Capi di Stato. I due principi sono il presidente della Francia e il vescovo di Urgell, la cui diocesi si trova in Spagna1.
La Costituzione di Andorra garantisce la libertà religiosa e prevede che «la libertà di manifestare la propria religione o le proprie convinzioni sia soggetta soltanto alle limitazioni previste dalla legge e necessarie nell’interesse della sicurezza pubblica, dell’ordine, della salute o della morale, o ai fini della protezione dei diritti e delle libertà fondamentali altrui»2.
La Carta stabilisce una relazione speciale dello Stato con la Chiesa cattolica, «secondo la tradizione di Andorra», e «riconosce la piena capacità giuridica degli organi della Chiesa cattolica romana che hanno uno status giuridico conforme alle proprie norme»3. Un concordato del 2008 regola i rapporti con la Chiesa cattolica.
La Costituzione prevede che tutte le persone siano uguali davanti alla legge e che la discriminazione su basi religiose sia proibita4.
Come conseguenza del suo status, la Chiesa cattolica gode di alcuni privilegi non concessi agli altri gruppi religiosi. Ad esempio, il governo provvede al pagamento dei salari dei sacerdoti cattolici stranieri che servono nelle chiese locali. Invece, agli stranieri che operano in gruppi non cattolici è stato spesso negato il visto per motivi di carattere religioso, costringendoli ad entrare in Andorra con un diverso status di immigrati5.
In una relazione pubblicata il 22 maggio 2012, la Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (ECRI) del Consiglio d’Europa ha raccomandato ad Andorra di apportare alcune modifiche per proteggere le minoranze religiose. La commissione ha raccomandato al Paese di porre rimedio alla mancanza di cimiteri per le comunità ebraiche e musulmane, di creare uno status speciale per le religioni minoritarie affinché possano essere riconosciute come religioni (e non soltanto “organizzazioni culturali”), di migliorare l’informazione pubblica sulle religioni minoritarie, e di autorizzare la costruzione di una moschea per la comunità islamica6.
In una relazione di follow-up pubblicata il 9 giugno 2015, l’ECRI non ha riesaminato nessuna di queste raccomandazioni né ha reso noto se il governo di Andorra vi avesse o meno adempiuto7. Il 14 settembre 2015, l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha pubblicato la propria revisione periodica sul Paese, senza rilevare alcuna preoccupazione specifica riguardo alla condizione delle minoranze religiose8.
Dieci comunità religiose si sono unite in un organismo noto come Gruppo di dialogo interreligioso. Durante il periodo in esame, la Commissione nazionale di Andorra per l’UNESCO ha collaborato con il gruppo, che si è riunito periodicamente per discutere questioni di interesse comune in materia di tradizioni religiose, credenze e tolleranza9.
Nel periodo analizzato non sono stati segnalati episodi di violazione della libertà religiosa. L’assenza di cimiteri ebraici e musulmani rimane un problema irrisolto. I rappresentanti di queste comunità hanno avviato discussioni con il governo relative alla costruzione di cimiteri in cui poter dare degna sepoltura ai propri defunti secondo le loro tradizioni e costumi. Sebbene ebrei e musulmani possano utilizzare i cimiteri esistenti, non esiste all’interno di questi un’area separata o di rilievo per loro. Di conseguenza, la maggior parte sceglie di seppellire i propri cari all’estero10.
I membri della comunità musulmana hanno espresso preoccupazione per l’obbligo di rimuovere i copricapo religiosi e il velo per le fotografie dei documenti ufficiali d’identità11.
La relazione 2017 dell’ECRI relativa ad Andorra ha rilevato che il Paese ha compiuto progressi nella lotta alla discriminazione apportando modifiche pertinenti al proprio codice penale e affrontando la questione attraverso l’istruzione pubblica. Tuttavia, alcuni hanno richiesto e auspicato la creazione di un organismo nazionale specializzato nel combattere il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia, l’antisemitismo e l’intolleranza. La mancanza di una legislazione generale contro la discriminazione è stata anche identificata come un difetto nel quadro legislativo del Paese. Se sarà corretto, vi saranno ulteriori garanzie a tutela del diritto alla libertà religiosa12.