Anno d’apparizione: 2018
Superficie: 131957 km2 | Popolazione: 10919000 |
Religione | Percentuali |
---|---|
Cristiani | 90.40 % |
Musulmani | 4.90 % |
Agnostici | 4.00 % |
Altri | 0.70 % |
L’articolo 3 della Costituzione dichiara che «La religione prevalente in Grecia è quella della Chiesa ortodossa orientale di Cristo»1. Le libertà religiosa e di coscienza sono garantite dall’articolo 13, in cui si afferma che «tutte le religioni conosciute devono essere libere e le loro pratiche devono essere compiute senza ostacoli e sotto la protezione della legge». Questo articolo proibisce anche il proselitismo e i reati contro l’ordine pubblico commessi attraverso i riti religiosi. Si precisa inoltre che i ministri di tutte le religioni conosciute hanno gli stessi obblighi di quelli della Chiesa greco-ortodossa e sono altresì soggetti alla stessa supervisione da parte dello Stato2.
L’articolo 16 è fondamentale per la comprensione del ruolo statale nell’educazione religiosa. L’articolo definisce infatti l’educazione e lo sviluppo della coscienza nazionale e religiosa come una missione fondamentale che deve compiere lo Stato3.
Nel 2014 il governo ha emanato una legge che disciplina le questioni religiose, la “legge sulla struttura della forma giuridica delle comunità religiose e delle loro organizzazioni”. L’articolo 16 della norma afferma che la Chiesa greco-ortodossa, così come le comunità ebraica e musulmana, sono tradizionalmente riconosciute come entità giuridiche religiose ufficiali. Altre comunità religiose quali cattolici, anglicani, ortodossi etiopi, copti, armeni ortodossi, assiri ortodossi e due gruppi evangelici hanno ricevuto il riconoscimento ufficiale di entità giuridiche in base all’articolo 13. Come specificato nell’articolo 17, attraverso tale riconoscimento, un gruppo religioso diviene una «religione conosciuta». Questo permette di trasferire legalmente le proprietà e di gestire luoghi di culto, istituzioni monastiche e altri edifici in cui si svolgono riunioni per scopi religiosi. L’articolo 3 descrive il processo di registrazione. Il gruppo deve dimostrare di non predicare dottrine clandestine e di svolgere apertamente le proprie funzioni religiose4.
Nell’aprile 2017, il Politeismo greco, o Religione ellenica, ha ottenuto il riconoscimento legale come «religione conosciuta» dal Ministero greco dell’Istruzione, della Ricerca e degli Affari religiosi5.
Secondo il Rapporto sulla libertà religiosa internazionale del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti del 2016, la leadership della Chiesa greco-ortodossa ha ricevuto dal governo finanziamenti e sostegno non concessi ad altri gruppi religiosi. Ciò include il pagamento degli stipendi dei membri del clero e la loro formazione religiosa, nonché il finanziamento dell’istruzione religiosa nelle scuole. La Chiesa greco-ortodossa mantiene un legame istituzionalizzato con il Ministero dell’Istruzione, della Ricerca e degli Affari religiosi. Un sostegno analogo è concesso in misura inferiore alle minoranze musulmane, cattoliche ed ebraiche. I tre muftì ufficiali e alcuni imam della comunità musulmana della Tracia ricevono il loro salario dal governo, il quale finanzia anche la formazione religiosa cattolica e gli stipendi degli insegnanti nelle scuole statali nelle isole di Syros e Tinos, così come i programmi di sensibilizzazione all’olocausto per studenti e insegnanti6.
Le comunità musulmane non riconosciute come parte della minoranza istituita dal Trattato di Losanna, non godono di benefici quali il diritto all’istruzione bilingue o le quote speciali per l’accesso all’università e agli impieghi nel settore pubblico. Inoltre, non possono far ricorso alla shari’a per regolare questioni di diritto familiare, né frequentare corsi facoltativi di religione islamica nelle scuole pubbliche.
Vi è una discussione in corso tra lo Stato e la comunità musulmana della Tracia sulla nomina dei muftì da parte delle autorità, una pratica che esclude la possibilità di elezioni dirette. Il governo difende la procedura definendola appropriata, giacché i muftì esercitano poteri giudiziari. I musulmani hanno inoltre criticato la mancanza di cimiteri islamici al di fuori della Tracia, così come il ritardo nella costruzione di un luogo di culto ufficiale ad Atene7. La costruzione è stata approvata nel 2014 e la moschea avrebbe dovuto essere inaugurata entro l’aprile 2017, ma rimane tuttora incompiuta8.
Nel novembre 2017, due prigionieri sono stati condannati a sette mesi di prigione da un tribunale di Salonicco per aver disturbato una cerimonia religiosa e per usurpazione dell’autorità. I due muftì, Ahmet Mete e Erkan Azizoğlu, sono stati condannati in seguito ad un incidente avvenuto durante una cerimonia funebre in onore di un membro della minoranza musulmana turca. La corte ha stabilito che i due chierici avevano usurpato l’autorità preposta guidando la preghiera, ruolo che sarebbe invece spettato al muftì di Stato della città di Xanthi, nel nord della Grecia. In seguito alla sentenza del tribunale, le pene detentive sono state sospese9.
Nel gennaio 2018 il governo ha introdotto una nuova legislazione che consente ai membri della comunità musulmana della Tracia di optare per i tribunali laici in sostituzione di quegli islamici nei casi riguardanti divorzi, custodia dei figli e questioni ereditarie. Sebbene il ricorso alla shari’a non sia stato completamente abolito, alla minoranza musulmana in Tracia vengono ora offerte delle alternative10.
All’inizio del marzo 2018, 2.000 manifestanti si sono riuniti davanti al Parlamento per esprimere la loro disapprovazione in merito ai nuovi libri scolastici, che sono meno parziali nei confronti della Chiesa greco-ortodossa e presentano gli altri gruppi religiosi in modo più neutrale. Secondo World Religion News, alcuni striscioni mostrati dai manifestanti contenevano scritte contro gli autori dei libri di testo, definiti dei traditori della Grecia. In altri cartelli vi era scritto: «No all’ecumenismo». I manifestanti hanno consegnato la loro petizione al Parlamento e si sono dispersi pacificamente11. Nello stesso mese, il Consiglio greco ha dichiarato incostituzionali le modifiche apportate dall’ex ministro dell’educazione Nikos Filis, giacché violavano l’articolo 16 della Costituzione12.
A volte è difficile distinguere i crimini di odio di natura etnica da quelli religiosamente motivati. Secondo un Rapporto di Al Jazeera, il numero di attacchi contro gli immigrati è aumentato negli ultimi anni. Lo studio ha notato tuttavia che Alba Dorata, il partito nazionalista di estrema destra in precedenza noto per le violenze razziste o religiosamente motivate, ha ridimensionato i propri attacchi. L’autore dell’articolo collega questa diminuzione ai processi giudiziari, tuttora in corso, di alcuni membri dell’organizzazione, che sono stati arrestati negli anni precedenti13.
Secondo un articolo del National Catholic Reporter, il rapporto tra le comunità ortodossa e cattolica è spesso migliore nelle isole che sulla terraferma e nelle grandi città. L’articolo sottolinea anche le difficoltà economiche delle parrocchie cattoliche, che non ricevono lo stesso sostegno statale offerto invece alla Chiesa greco-ortodossa e che negli ultimi anni sono state duramente colpite dagli aumenti delle tasse14.
Un passo avanti per la libertà religiosa è rappresentato dalla breve visita che Papa Francesco ha compiuto nell’isola di Lesbo nell’aprile del 2016. L’atmosfera era calma rispetto all’ostilità che Papa Giovanni Paolo II incontrò durante il suo viaggio in Grecia nel 2001. Papa Francesco è stato invitato dal patriarca ecumenico Bartolomeo I, al fine di mostrare insieme l’unità dei cristiani in merito alla questione dei rifugiati15.
La situazione è migliorata rispetto a diversi anni fa, ma i cambiamenti si sono verificati alquanto lentamente. La tendenza generale in Grecia è diretta nella giusta direzione e vi sono tentativi di accrescere il livello di rispetto della libertà religiosa. Inoltre, la crisi dei rifugiati in corso che ha duramente colpito il Paese, rappresenta una grande sfida. Gli atti di intolleranza contro i musulmani sono in aumento, ma le autorità competenti rimangono pronte a far rispettare la legge.