Anno d’apparizione: 2018
Superficie: 160 km2 | Popolazione: 37800 |
Religione | Percentuali |
---|---|
Cristiani | 88.60 % |
Musulmani | 6.40 % |
Agnostici | 4.80 % |
Altri | 0.20 % |
Il Liechtenstein, un piccolo Stato di lingua tedesca, è una monarchia ereditaria costituzionale con una forma di governo democratica e parlamentare guidata dal principe del Liechtenstein. Il Paese è tra i primi al mondo per prodotto interno lordo pro capite ed è la seconda nazione più ricca (in base al prodotto interno lordo pro capite) dopo il Qatar1.
Secondo gli ultimi dati disponibili (relativi al 2010), i cattolici rappresentano 76 percento della popolazione, mentre i membri della Chiesa evangelica riformata rappresentano il 6,5 percento2.
La maggior parte dei musulmani è sunnita e proviene soprattutto da Turchia, Kosovo e Bosnia-Erzegovina3. Nel Paese vi sono inoltre 30 ebrei4.
La Costituzione afferma che ogni persona ha la libertà di scegliere la propria fede (articolo 37) e garantisce parità di diritti politici e civili a tutti (articolo 39) pur assicurando alla Chiesa cattolica una posizione privilegiata (articoli 37 e 38).
Non vi è alcuna legge che richieda ai gruppi religiosi di registrarsi presso lo Stato. Le comunità religiose hanno la libertà di istituire associazioni private, per le quali è tuttavia obbligatoria una autorizzazione da parte del registro commerciale. Se i gruppi registrano le proprie associazioni seguendo questa procedura, possono ricevere un contributo governativo per diversi tipi di attività, incluso l’impartire l’educazione religiosa nelle scuole5.
L’insegnamento della religione è offerto nelle scuole primarie e secondarie. In quelle primarie, seguire corsi di religione cattolica o protestante è obbligatorio. Ai genitori è tuttavia permesso fare richiesta all’ufficio per l’educazione affinché i loro figli vengano esonerati dal seguire i suddetti corsi. La Chiesa cattolica stabilisce il programma scolastico dei corsi di educazione cattolica, in larga parte senza alcuna ingerenza da parte dello Stato. Anche l’educazione islamica è offerta (come materia facoltativa) nelle scuole primarie ed è in parte finanziata dai fondi dello Stato per l’integrazione, pur lasciando alla comunità islamica la libertà di selezionare gli insegnanti6.
Nelle scuole secondarie, i genitori e gli studenti possono scegliere se frequentare i corsi di educazione religiosa. Da una parte possono decidere di seguire i corsi di educazione cattolica, che organizza la comunità cattolica e sono finanziati dal governo. Oppure possono optare per dei corsi in cui la religione e la cultura sono insegnate da un punto di vista generale e da una prospettiva più che altro sociologica.
L’educazione alla tolleranza ha una grande importanza nell’educazione sociale, religiosa e culturale. Nell’ambito dei programmi di educazione religiosa di tutte le fedi, è incluso inoltre un corso sulla religione e sulla cultura che comprende studi su materie inter-confessionali e sulle principali religioni del mondo7.
Il codice penale del Liechtenstein proibisce l’incitamento pubblico all’odio o alla discriminazione ai danni di gruppi religiosi o di singoli credenti, e vieta l’appartenenza a qualsiasi tipo di associazione che miri a promuovere la discriminazione contro i gruppi religiosi o i credenti8.
La macellazione degli animali senza stordimento è proibita per legge, il che rende la procedura di macellazione per cibi kosher o halal illegale. Importare la carne ottenuta con questi due metodi è invece consentito9.
Al fine di ottenere un permesso di soggiorno, il personale religioso straniero deve aver completato i propri studi teologici, appartenere a un gruppo religioso riconosciuto a livello nazionale ed avere come sponsor un membro del clero del medesimo gruppo religioso che sia residente nel Paese.
Negli ultimi anni non si è verificato alcun incidente riguardante la libertà religiosa. Tuttavia il 4 e il 5 luglio 2017, la Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite ha messo in discussione lo stretto legame tra lo Stato e la Chiesa cattolica10, che è finanziata dallo Stato attraverso le municipalità comunali di tutto il Paese11. Le minoranze religiose vengono invece registrate come associazioni private e devono effettuare una richiesta per ottenere un contributo statale. Il Rapporto esprime preoccupazione12 in merito all’impatto che questi stretti legami tra lo Stato e la Chiesa cattolica possono avere sulla tutela della libertà religiosa così come intesa dalla Convenzione internazionale sui Diritti civili e politici.
In risposta, una delegazione del Liechtenstein ha affermato che sono stati proposti alcuni emendamenti costituzionali volti ad offrire un riconoscimento alle altre comunità, a patto che queste soddisfino determinati criteri quali esempio avere un minimo di 200 seguaci, rispettare l’ordine pubblico ed essere presenti in Liechtenstein da più di 20 anni13.
Nelle proprie raccomandazioni, il Comitato per i diritti umani dell’Onu14 ha chiesto al Liechtenstein di assicurare che: «(a) si raddoppino gli sforzi per raggiungere un accordo con i comuni a statuto speciale al fine di modificare la Costituzione; (b) siano finanziate le organizzazioni religiose di tutte le comunità di fede sulla base dell’uguaglianza senza limitare tali finanziamenti agli sforzi mirati all’integrazione delle comunità di minoranza; (c) la legge garantisca uguali diritti ai gruppi di ogni fede e credo».
La popolazione del Liechtenstein è lentamente divenuta sempre più pluralistica negli ultimi decenni. Mentre i cattolici rappresentavano più del 95 percento della popolazione negli anni Trenta e Quaranta del 1900, e circa il 90 percento negli anni Settanta, da allora la loro proporzione ha iniziato a diminuire costantemente, raggiungendo il 76 percento nel 2010.
Una riorganizzazione delle relazioni tra lo Stato e le comunità religiose è al vaglio delle autorità. Tale riorganizzazione mira a creare delle basi legali uniformi per le relazioni tra lo Stato e le comunità religiose, portando così ad un equo trattamento di tutti i gruppi religiosi.
Tuttavia, durante l’analisi effettuata dalla Commissione per i Diritti umani dell’Onu, la delegazione del Liechtenstein ha espresso il proprio rammarico per il fatto che i progressi relativi alla separazione tra Stato e religione difficilmente potranno avvenire nel prossimo futuro. Il nodo centrale di tale difficoltà sta nel fatto che i comuni a statuto speciale del Paese si rifiutano di risolvere il problema delle proprietà possedute congiuntamente dalle istituzioni religiose e statali.