Anno d’apparizione: 2018
Superficie: 49035 km2 | Popolazione: 5429000 |
Religione | Percentuali |
---|---|
Cristiani | 85.10 % |
Atei | 3.10 % |
Agnostici | 11.60 % |
Altri | 0.20 % |
L’articolo 24 della Costituzione garantisce la libertà di credo religioso e di affiliazione, così come il diritto di cambiare fede o di non avere affiliazione religiosa1. La Costituzione afferma che il Paese non è legato a nessuna particolare fede e che i gruppi religiosi sono liberi di gestire i propri affari indipendentemente dallo Stato, incluso l’impartire l’educazione religiosa e il fondare istituzioni clericali. La Carta garantisce il diritto di praticare la propria fede privatamente o pubblicamente, in solitudine o con altri. Si afferma inoltre che i diritti religiosi possono essere limitati soltanto da misure ritenute «necessarie in una società democratica per la protezione dell’ordine pubblico, della salute e della morale o per la protezione dei diritti e delle libertà altrui»2.
Legalmente, se un gruppo religioso desidera che il proprio clero celebri funzioni ufficialmente riconosciute, deve registrarsi presso il Dipartimento degli affari ecclesiastici, che fa parte del Ministero della Cultura. Il clero dei gruppi religiosi non registrati non può ufficialmente celebrare matrimoni o prestare assistenza ai propri fedeli nelle carceri o negli ospedali pubblici3.
Secondo la “legge sulla libertà religiosa” (articolo 12)4, le società religiose e le Chiese che vogliono registrarsi devono avere almeno 20.000 membri adulti, cittadini o residenti permanenti. Questi ultimi devono presentare una dichiarazione relativa alla loro appartenenza, mostrare una comprensione di base della loro religione, includere i loro documenti di identità personale, il loro indirizzo di casa ed esprimere il proprio sostegno all’iscrizione del loro gruppo al Ministero della Cultura. La legge non distingue tra Chiese e società religiose; riconosce come Chiese quei gruppi che si attribuiscono tale nome5.
La registrazione comporta ulteriori vantaggi, come ad esempio il sostegno finanziario dello Stato. Le società religiose e le Chiese non registrate sono, come risultato di una decisione della Corte costituzionale, autorizzate a formare diversi tipi di entità giuridiche, in particolare le associazioni civiche6.
È stato riportato che la comunità musulmana, priva di registrazione, non è stata in grado di assumere formalmente un imam. I leader delle comunità musulmane hanno continuato a lamentarsi del fatto che le prigioni e le strutture di detenzione hanno spesso impedito ai loro ministri di offrire sostegno ai loro membri7. Gruppi islamici hanno inoltre riferito che la mancanza di una registrazione ufficiale ha reso più difficile ottenere permessi di costruzione per sale di preghiera e moschee, sebbene non esista una legge che proibisca ai gruppi non registrati di ottenere un’autorizzazione.
Nel novembre 2016 il Parlamento slovacco ha approvato una legislazione, introdotta dal Partito Nazionale Slovacco, intesa ad aumentare il numero di membri necessario alla registrazione dei gruppi come società religiose. Il limite minimo di iscritti è stato portato a 50.000 membri e la legge sarebbe dovuta entrare in vigore all’inizio del 20178. Il disegno di legge è stato interpretato come chiaramente ostile nei confronti dell’Islam. Il leader del Partito nazionale slovacco, Andrej Danko, ha dichiarato che l’obiettivo era quello di garantire che nessuna moschea fosse costruita nel Paese
Il 20 dicembre 2016 il presidente Kiska ha posto il veto al disegno di legge, affermando che interferiva troppo con i diritti e le libertà fondamentali. Il veto del presidente è stato a sua volta ribaltato con un secondo voto parlamentare nel gennaio 2017 e la legge è entrata in vigore nel marzo 20179. È stata invece respinta una proposta del Partito popolare-La nostra Slovacchia, formazione di estrema destra attualmente all’opposizione, intesa ad aumentare il numero di seguaci richiesti ad almeno 250.00010. Nell’aprile 2017, è stato inoltre bocciato un disegno di legge presentato dall’opposizione Milan Krajniak per vietare la costruzione di moschee11.
Nel giugno 2016 il Ministero dell’Interno ha rilasciato una dichiarazione in cui si chiedeva di porre fine agli incitamenti all’odio online. Secondo il Comitato per l’eliminazione del razzismo, la xenofobia, l’antisemitismo e altre forme di intolleranza, che fa parte di un organo consultivo governativo sui diritti umani e le minoranze nazionali, l’incitamento all’odio spesso si traduce in violenza fisica12.
Il 9 settembre 2016 l’allora Primo Ministro Robert Fico, presidente del Consiglio Nazionale Andrej Danko, e altri leader di alto livello hanno commemorato la Giornata delle vittime dell’Olocausto e della Violenza razziale presso il Memoriale dell’Olocausto di Bratislava13.
Alcune organizzazioni non governative e la Fondazione islamica in Slovacchia hanno riferito di numerosi episodi di violenza e di incitamento all’odio perpetrati online contro musulmani e rifugiati da parte di gruppi e politici estremisti. Rispetto agli anni precedenti, i musulmani hanno una maggiore paura di subire violenze. La Fondazione islamica ha monitorato i discorsi anti-islamici online, rilevando che in molti esortano a commettere violenze contro musulmani e rifugiati14.
In un caso, una donna somala ha dichiarato di aver subito sei attacchi fisici e verbali nella capitale slovacca Bratislava. In due occasioni, era in compagnia del suo bambino. Per due volte, qualcuno ha cercato di rimuovere il suo hijab mentre urlava contro di lei insulti contro i rifugiati e i musulmani. Il Ministero dell’Interno slovacco ha in seguito emesso un comunicato stampa condannando gli attacchi e l’odio razziale e religioso15.
Secondo un rapporto del New York Times, l’atteggiamento negativo nei confronti dei musulmani si può percepire anche nella tranquilla città termale di Piestany, che per diversi decenni è stata una destinazione turistica popolare tra gli arabi benestanti. In passato, i visitatori musulmani erano i benvenuti; ora sono diventati vittime di aggressioni verbali16.
Alcuni gruppi di estrema destra hanno continuato a lodare il regime fascista slovacco al potere durante la seconda guerra mondiale in Slovacchia, che ha inviato migliaia di ebrei slovacchi nei campi di sterminio nazisti. Allo stesso modo, alcuni gruppi hanno mostrato simboli dello Stato fascista durante le loro riunioni. Gli annunci online di tali eventi includevano spesso immagini con emblemi della seconda guerra mondiale17.
Vi sono stati anche più attacchi contro simboli e luoghi cristiani rispetto al precedente periodo in esame. La maggior parte riguardano atti di vandalismo e di profanazione piuttosto che le aggressioni fisiche o verbali degli individui. Nell’ottobre 2016 vi è stato un attacco ad alcune cappelle e ad una chiesa di Turzovka, sede di un famoso santuario mariano. Una delle cappelle e la porta principale della chiesa sono state date alle fiamme. Il fuoco non si è diffuso all’interno della chiesa soltanto perché la porta era ignifuga18.
Il 6 gennaio 2018, una statua di Santa Bernadette è stata rubata per la seconda volta nella città di Zavod. Quattro giorni dopo, nella vicina Marianka, due statue religiose sono state profanate nel santuario mariano locale. Le mani della statua della Madonna di Lourdes sono state staccate, mentre una statua di Santa Bernadette è stata spezzata e il volto della Santa è stato sfigurato19.
La chiesa cattolica nel villaggio di Bab è stata vandalizzata nel novembre 2017. Vari oggetti sacri sono stati danneggiati. La stessa chiesa era stata l’obiettivo di vandalismo e di una rapina soltanto un mese prima20. Video pornografici sono stati registrati all’interno di due chiese cattoliche e di una chiesa greco-cattolica nella città di Presov21. Nell’aprile 2018, un giovane ha colpito e danneggiato una statua della Vergine Maria e del Bambino Gesù nel villaggio di Nemcinany22. Il Calvario in Partizanske è stato distrutto e incendiato. La polizia locale ha detto che i satanisti potrebbero aver commesso l’attacco, nell’ambito del quale le croci di legno sono state abbattute e bruciate assieme a dipinti del Calvario23.
Sulla scia della crisi dei rifugiati, vi è stato un chiaro deterioramento della libertà religiosa della minoranza musulmana, sia a livello politico che sociale. Nella maggior parte dei casi, i funzionari governativi hanno aperto indagini e condannato discorsi di incitamento all’odio, atti di vandalismo e violenze fisiche. Vi è stata anche una ferma opposizione a proposte di misure legislative rivolte contro i musulmani. Tuttavia, con l’intensificarsi della crisi dei rifugiati, la situazione sembra peggiorare. Per gli altri gruppi religiosi, il livello di libertà religiosa rimane invariato.